Un nuovo calendario. L'idea potrebbe sembrare bislacca. Perché inventare un nuovo calendario? Abbiamo molto più bisogno di altri tipi di invenzioni al giorno d'oggi. Ma mi dico, tanto vale darci un'occhiata. Edouard Vitrant, un architetto parigino di mezza età, ha un'intelligente trovata: inventare un calendario. Ma non un calendario come tutti, un calendario sessagesimale, ossia in base 60.
Quando qualcuno sente questa parola, sessagesimale, la ripeto per fare più paura, spesso inorridisce pensando a quando, in matematica, doveva fare le operazioni con gli angoli. "Che idea orripilante!" viene da dire. Non storciamo il naso, non è del tutto vero.
La sua proposta deriva da alcune problematiche che lui solleva e che io qui riporto in un allegro copiaincolla:
- Che giorno della settimana era il 14 febbraio 1997? Che giorno sarà il 10 giugno 2013? E il 15 del mese prossimo, o del mese seguente? Parecchie operazioni di calcolo mentale sono necessarie per sormontare questo rompicapo. Parecchie operazioni = tante fonti d'errore.
- Due anni consecutivi non cominciano mai con lo stesso giorno, neppure due mesi, i mesi non hanno la stessa durata, le cause di spostamento si moltiplicano in modo perverso per farci perdere ogni punto di riferimento. Da un anno all'altro non sappiamo mai in anticipo come organizzare il lavoro, il tempo libero: week-ends, ponti, vacanze, tutto è buttato all'aria. In tutto sono possibili quattordici modelli d'anno differenti.
- Il non avere un solo anno tipo ci impone di riscrivere ogni anno gli orari delle compagnie di trasporti, i calendari scolastici, il programma lavorativo delle aziende, ecc. In poche parole, inventiamo falsi problemi di sana pianta, quindi perdiamo un tempo infinito nel tentare di risolverli.
Cosa propone quindi il signor Vitrant? Un calendario che prontamente ora vi indico: qui. Come potete leggere qui, è composto di soli sei mesi di sessanta giorni ciascuno. I cinque che avanzano si mettono, uno alla volta, dietro ai primi cinque. Ogni quattro anni se ne aggiunge uno anche in coda all'ultimo mese (anno bisestile). That's all. Semplice no? Dopo tutto è lo stesso principio con cui dividiamo la giornata, in ore. Ciascuna in sessanta minuti. Ciascuna in sessanta secondi. Tutte tra loro uguali. Dopo tutto, dice Ed: "Leggere la data deve essere facile quanto leggere l'ora.[...]Cambiamo orologio ogni mattina? Non ci verrebbe mai in mente.".
Questo articolo è fin troppo lungo per vivere su questo blog senza essere oggetto delle ire del (spoiler cazzata) Grande Mago perciò sotto con i link. Home page della proposta, FAQ, Converti la tua data, Contatta l'ideatore(sospetto sia francofono ma capisca l'inglese), Sostieni il progetto (dettagli sulla pagina).