CERN: I PRIMI PASSI VERSO LA SCOPERTA DI ALTRI MONDI ROMA - Il gigante degli acceleratori sta lentamente muovendo i primi passi verso scoperte che promettono di rivoluzionare la fisica. Il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra è ormai entrato nella fase di rodaggio: è la prima di una lunga serie di tappe necessarie per far funzionare la macchina a pieno regime e raccogliere finalmente i dati sperimentali. Da ieri i fasci di protoni vengono iniettati nella macchina in senso orario e poi antiorario e bloccati a termine di ogni giro completo dei 27 chilometri dell'anello dell'acceleratore. I rivelatori dei quattro esperimenti dell'Lhc hanno continuato a vedere i lampi generati dall'incontro fra i protoni e il gas inerte presente nell'acceleratore, dice la vice responsabile dell'esperimento Atlas, Fabiola Gianotti. "Siamo in una fase di collaudo - aggiunge - e stiamo lavorando per migliorare le prestazioni della macchina". Dopo qualche ora di pausa, la notte scorsa, i ricercatori sono tornati al lavoro a ritmi serrati. "Ieri - racconta la ricercatrice - nella sala di controllo e nelle sale degli apparati sperimentali ci sono stati parecchi brindisi, ma poi siamo tornati subito al lavoro per stabilire il programma degli interventi, le cose da cambiare e quelle da migliorare". E' cominciata una lunga fase di messa a punto, "ma non è affatto noiosa, anzi, è affascinante - osserva Gianotti - perché stiamo vediamo all'opera gli strumenti ai quali lavoriamo da anni e che conosciamo bene, finalmente è arrivato il momento di collaudarli. Immagino che sia come collaudare una Ferrari". Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane sarà un crescendo di eventi, finché l'acceleratore non sarà pronto a funzionare a pieno ritmo, in tutta la sua potenza. Prima di ottenere le prime collisioni i fasci di particelle dovranno essere sincronizzati. Quindi le particelle verranno fatte collidere, ma inizialmente con un'energia inferiore: "gradualmente la macchina dovrà migliorare le sue prestazioni in termini energia, gli strumenti dovranno essere calibrati". Dopo le prime collisioni, prosegue, "cominceremo a misurare le particelle che conosciamo già, per dimostrare che la fisica che conosciamo è ben capita". Solo a quel punto si potrà guardare alle grandi scoperte per le quali la macchina è stata costruita. "Ma per questo ci vorrà qualche mese", ha rilevato la ricercatrice. Uno degli obiettivi più ambiziosi è la caccia al bosone di Higgs, la particella che fa aggregare tutte le altre particelle e alla quale si deve la massa. 'Cerchiamo la risposta a domande ancora aperte. Per esempio - spiega - non sappiamo come e' fatta la materia oscura, così come non sappiamo quali caratteristiche possa avere il bosone di Higgs". Ma quello che é certo è che "la posta in gioco è straordinaria: ci aspettiamo risposte a domande importanti, abbiamo obiettivi scientifici molto ambiziosi che ci prepariamo a raggiungere con strumenti tecnologici estremamente avanzati".
L'ESPERIMENTO
- CRESCENDO DI EVENTI: I primi fasci di protoni hanno attraversato per la prima volta i 27 chilometri dell'anello dell'acceleratore in senso orario e antiorario e tutto è andato perfettamente. Già all'inizio della prossima settimana i due fasci di particelle saranno sincronizzati per essere iniettati contemporaneamente per ottenere le collisioni. All'inizio e per un periodo di una o due settimane queste avverranno ad un'energia bassa e in ottobre, probabilmente a ridosso dell'inaugurazione ufficiale dell'Lhc prevista per martedì 21, si passerà a cinque TeV. Per i primi mesi del 2009 la macchina lavorerà a regime, all'energia di sette TeV.
- UN LANCIO NEL MICROCOSMO: A quel punto i quattro esperimenti dell'acceleratore cominceranno a registrare dati e in ogni momento potranno riservare sorprese. Comincerà così quello che oggi il presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Roberto Petronzio, ha definito "un lancio nel microcosmo che promette di avere un'importanza fondamentale per la fisica". E per il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ed ex direttore generale del Cern Luciano Maiani, "oggi è stato superato un giro di boa di grande importanza, un momento critico essenziale all'avvio di qualunque macchina acceleratrice, specie se della complessità e delle dimensioni di Lhc".
- I PRIMI ISTANTI DOPO IL BIG BANG: riuscire a vedere le particelle esistenti immediatamente dopo l'esplosione che ha dato inizio all'universo è uno degli obiettivi più ambiziosi del super acceleratore.
- EXTRADIMENSIONI E MATERIA OSCURA: oltre alle tre dimensioni spaziali e al tempo, l'Lhc potrebbe rivelare l'esistenza di altre dimensioni. Scoprirle significherebbe rivoluzionare le conoscenze fisiche, così come riuscire finalmente a catturare la misteriosa materia oscura che costituisce il 25% della materia esistente nell'universo. L'Lhc potrebbe poi aiutare a a risolvere il problema della scomparsa dell'antimateria.
- LA PARTICELLA DI DIO: è l'inafferrabile bosone di Higgs dal quale dipende l'esistenza della massa, ossia che fa aggregare tutte le particelle esistenti.
- AVVENTURA CHE PARLA ANCHE ITALIANO: Un'avventura, ha aggiunto Petronzio, che parla in gran parte italiano: "i ricercatori italiani al Cern - ha detto - sono i più numerosi insieme a quelli americani. Non c'é dubbio che lì ci sia un pezzo di casa nostra". L'Italia ha contribuito al 15% della macchina e sono circa 800 i ricercatori italiani impegnati nell'Lhc.